- Elisa Cutuli
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Da qualche anno la società civile inizia a stigmatizzare meno le piante maestre grazie anche alla diffusione di documentari, film e studi sull’argomento. E le Istituzioni?
Sono sempre più numerosi i documentari/film dedicati alle piante maestre o piante di conoscenza, strumenti che la natura ci offre dalle grandi potenzialità e proprietà terapeutiche.
Registi, scrittori, ricercatori decidono di approfondire tematiche spesso contraddittorie per rivelarne, invece, una conoscenza più vera, lontana da stigmi e ricca di documentazioni scientifiche, storiche, antropologiche e culturali.
Una maniera per arrivare ad un pubblico più ampio, non per forza avvezzo a questi temi, e raccontare di sostanze a lungo demonizzate come l’LSD, la psilocibina, la mescalina e l’MDMA che, se utilizzate in dosi appropriate e in maniera controllata, possono avere effetti notevoli terapeutici per la cura di psicosi e dipendenza, oltre ad una conoscenza più introspettiva di noi stessi e del mondo.
«Sono tanti gli studi scientifici in merito, anche al livello clinico. L’MDMA potrebbe diventare un farmaco negli Stati Uniti nel 2023 - racconta Tania Re, autrice Amrita del libro Stupefacenti e proibite: le piante maestre - e questo significa che in seguito potrebbe arrivare anche un’apertura da parte dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. In generale la cultura delle serie tv e dei movimenti artistici più vari ha intercettato - come è sempre stato, pensiamo ad esempio alle Avanguardie - il fenomeno anticipando anche le istituzioni. La comunità scientifica continua, nei vari paesi e con diversi tempi, a portare avanti studi sull’argomento».
La società inizia a stigmatizzare meno queste sostanze, se ne parla sui giornali e sui libri, anche Università importanti hanno aperto centri di ricerca e si discute di legalizzazione.
Lo studio a cui si riferisce Tania Re è stato realizzato dalla società no profit Maps, Multidisciplinary association for psychedelic studies, che opera negli Stati Uniti da 35 anni. Secondo i risultati ottenuti, attraverso le diverse fasi di sperimentazione, solo dopo tre sedute di terapia a base di MDMA il 67% del campione di pazienti non risulterebbe avere nemmeno più i requisiti per una diagnosi di disturbo post traumatico da stress. Ecco perché la Fda, Food and Drug Administration, potrebbe approvare questo trattamento nel 2023 e un anno dopo arrivare anche l’ok dell’Ema.
La politica italiana non sembra, invece, essere della stessa idea nonostante la partecipazione e il coinvolgimento della società civile su certi temi. A febbraio 2022 il Ministero della Sanità ha inserito l’ayahuasca nella tabella I delle sostanze stupefacenti del Testo Unico sulle droghe, è stata così associata, senza alcuna distinzione, ad altre sostanze psicoattive e psicotrope come ad esempio la cocaina.
Tania Re racconta nel libro la sua esperienza in Amazzonia che descrive come la più grande farmacia a cielo aperto che il genere umano possiede, messa sempre di più a repentaglio dal progresso. L’ayahuasca è considerata “la pianta maestra delle visioni” che viene utilizzata anche nei riti di iniziazione degli adolescenti perché è capace di mostrare loro la conoscenza che può essere utile nella vita presente e futura. Una pianta iniziatica a tutti gli effetti.
Un’analisi comparativa degli studi clinici sugli psichedelici apparsi sulle riviste specializzate dal 1995 al 2015 riporta che “ayahuasca, psilocibina e Lsd possono essere utili strumenti farmacologici per il trattamento di tossicodipendenza, ansia e disturbi psicologici, specialmente in casi resistenti ai comuni farmaci” oltre ad offrire l’espansione della coscienza e la sensazione di inter-connessione con il tutto, in particolare con la natura e gli altri esseri viventi. Proprietà tutt’altro che trascurabili nell’odierno quadro di disfunzioni psicosomatiche e neurologiche a livello globale, per cui non è sempre facile trovare soluzioni adeguate.
L’approccio occidentale, e in particolare italiano, sembra indirizzarsi verso un atteggiamento più proibizionista nonostante la società civile cominci ad esprimersi su certi temi. Basti pensare al referendum su eutanasia e cannabis, voluto da due milioni di persone consapevoli, poi bocciato dalla Corte Costituzionale.
Le arti visive, i libri e le divulgazioni scientifiche costituiscono un valido supporto per andare a esplorare il potenziale di queste sostanze. «Da sempre gli esseri umani si curano con le piante, in particolare con le piante “maestre” o piante “di conoscenza” - continua Tania Re -. Prima di demonizzare è bene conoscere, specialmente quando queste piante rappresentano anche dei ponti culturali con tradizioni che, prima della nostra, hanno saputo onorarne le potenzialità».
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