L’HeartMath Institute dal 1991 porta avanti ricerche scientifiche che esplorano i meccanismi fisiologici con cui il cuore comunica con il cervello e gli effetti significativi che questi segnali hanno sulla funzione cerebrale influenzando l'elaborazione emotiva, l'attenzione, la percezione, la memoria e la risoluzione dei problemi. 



“Un mondo più gentile e centrato sul cuore in cui ci prendiamo cura gli uni degli altri e viviamo armoniosamente in pace”.

È questa la missione dell’HeartMath Institute, dove si studia la matematica del cuore dal 1991 quando fu fondato senza scopo di lucro da Doc Childre. La parola “Heart” significa cuore e non riguarda solo il cuore come organo fisico, ma anche le qualità che vengono associate ad esso come amore, compassione, coraggio e apprezzamento. La parola “Math”, invece, si riferisce alle equazioni fisiologiche e psicologiche per accedere e sviluppare l’incredibile potenziale del muscolo cardiaco.

L’HMI aiuta a risvegliare il cuore dell’umanità sviluppando strumenti affidabili e scientificamente convalidati che aiutano le persone a ridurre ed evitare lo stress mentre sperimentano una maggiore pace, soddisfazione e sicurezza personale. La ricerca dell’HeartMath, infatti, mostra che aggiungere cuore alle varie attività quotidiane produce benefici misurabili per il nostro benessere e quello degli altri. Un mondo più gentile e compassionevole per elevare la coscienza di base dell’umanità dalla separazione e dalla discordia. 

Sono tantissime le ricerche scientifiche che l’lstitute ha pubblicato nell’arco di questi anni sulla complessità del nostro cuore e sull’importanza di metterlo al centro delle nostre azioni quotidiane. Una buona salute, infatti, inizia da un equilibro psicofisico e le emozioni e un cuore “positivo” non solo sono in grado di ridurre lo stress, ma anche di portare enormi benefici al nostro sistema

Alla maggior parte di noi è stato insegnato a scuola che il cuore risponde costantemente agli “ordini” inviati dal cervello sotto forma di segnali neurali. In realtà è il cuore ad inviare più segnali al cervello di quanti ne invii il cervello al cuore e questi segnali cardiaci hanno un effetto significativo sulla funzione cerebrale, influenzando l’elaborazione emotiva, le facoltà cognitive superiori come l’attenzione, la percezione, la memoria e la risoluzione dei problemi. È dunque il cervello che risponde continuamente al cuore.  

L'effetto dell'attività cardiaca sulla funzione cerebrale è stato ampiamente studiato negli ultimi 40 anni. Ricerche precedenti hanno esaminato principalmente gli effetti dell'attività cardiaca che si verificano su una scala temporale molto breve, al massimo su diversi battiti cardiaci consecutivi. Gli scienziati dell'HeartMath Institute hanno ampliato questo corpo di ricerca scientifica osservando come i modelli su larga scala dell'attività cardiaca influenzano il funzionamento del cervello.

La ricerca dell’HeartMath ha dimostrato che diversi modelli di attività cardiaca, che accompagnano diversi stati emotivi, hanno effetti distinti sulla funzione cognitiva ed emotiva. Durante lo stress e le emozioni negative, quando lo schema del ritmo cardiaco è irregolare e disordinato, lo schema corrispondente dei segnali neurali che viaggiano dal cuore al cervello inibisce le funzioni cognitive superiori. Questo limita la nostra capacità di pensare chiaramente, ricordare, imparare, ragionare e prendere decisioni efficaci. Questo funzionamento spiega perché spesso possiamo agire in modo impulsivo e imprudente quando siamo sotto stress.

Al contrario, il modello più ordinato e stabile dell'input del cuore al cervello durante gli stati emotivi positivi ha l'effetto opposto: facilita la funzione cognitiva e rafforza i sentimenti positivi e la stabilità emotiva. Ciò significa che imparare a generare una maggiore coerenza del ritmo cardiaco, sostenendo emozioni positive, non solo avvantaggia l'intero corpo, ma influenza anche profondamente il modo in cui percepiamo, pensiamo, sentiamo e agiamo.

È davvero possibile generare uno stato amorevole grazie anche alle emozioni che funzionano molto più velocemente e sono più potenti dei pensieri nel cambiare la nostra fisiologia. In questo modo l’obiettivo è ridonare al cuore la sua corretta centralità, in grado di influenzare salute, benessere, e impattare sulle facoltà cognitive.

La ricerca, la formazione e le tecnologie di HeartMath Institute mirano a guidare tutta l'umanità verso la realizzazione del suo pieno potenziale e ad affidarsi alle qualità del cuore nel suo ruolo di custode delle generazioni future e del nostro pianeta.

Per saperne di più o per migliorare la propria salute fisica e mentale visitate il sito, troverete app e percorsi a pagamento e/o gratuite da scaricare attraverso i quali è possibile fare pratica di queste tecniche. 

Vai alla scheda al libro "Quale coscienza vive nel cuore?"

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