“Dizionario degli stati di ben-essere” di Lise Bourbeau e Micheline St-Jacques, è un'opera destinata a diventare un riferimento essenziale nel campo della conoscenza di sé e dell'universo spirituale, e un utilissimo sostegno per chi lavora nella relazione d'aiuto. Un’esperienza concreta dell’utilizzo di questo prezioso strumento e uno spunto per il nostro ben-essere.

Da oltre 40 anni Lise Bourbeau aiuta le persone a migliorare la qualità della loro vita attraverso libri, conferenze e seminari. Tra i suoi libri, in Italia tutti pubblicati da Amrita Edizioni, spiccano i best-seller “Le 5 ferite e come guarirle” e “Ascolta il tuo corpo, il tuo miglior amico sulla terra” che hanno raggiunto un pubblico amplissimo consentendo a migliaia di persone di introdurre cambiamenti concreti nella propria vita quotidiana. 

Tenendo i suoi seminari all’interno della scuola "Écoute Ton Corps" (Ascolta il tuo corpo), da lei stessa fondata,  Lise Bourbeau si è accorta che molte persone si impedivano di essere se stesse perché vivevano in base a una definizione distorta dei vari stati d’essere, come per esempio essere egoista, essere autonomo, essere libero, essere tranquillo, essere calmo. Le è nato allora il desiderio di definirli in base al livello dell’essere e allo sviluppo personale, e di riunirli tutti in un solo volume.

Questo desiderio ha incontrato quello di Micheline St-Jacques. Diplomatasi alla scuola di Lise Bourbeau nel 1993, Micheline St-Jacques ha avuto l’idea di raggruppare buona parte degli strumenti di consapevolezza, appresi e sperimentati durante la sua formazione, in una sorta di repertorio, così da poterli individuare più facilmente. 

Questo connubio ha dato origine a “Dizionario degli stati di ben-essere”, edito da Amrita Edizioni e uscito nelle principali librerie italiane il 28 ottobre.

Un libro voluminoso: oltre 600 pagine per altrettante voci, come in un dizionario tradizionale, per descrivere però la dimensione dell'Essere, mettere a disposizione di tutti degli strumenti di consapevolezza, fornire risposte agli interrogativi sul nostro modo di essere, di fare e di avere, o anche semplicemente farci scoprire concetti nuovi. Voci accompagnate da esempi, soluzioni pratiche e strumenti concreti per gestire i propri stati d'essere e vivere armoniosamente con se stessi e con gli altri.

Un dizionario dell'essere in cui la definizione delle parole è incentrata sulla coscienza dell’essere umano, per imparare a conoscersi, concedersi di essere ciò che veramente si è, e giungere così all’obiettivo finale: amare noi stessi sempre di più nella nostra vita quotidiana. Ma anche aiutare chi sta attraversando un momento difficile a scoprire e a sviluppare il proprio potenziale interiore, per essere più felice.

Quando ho ricevuto il volume mi sono sorti molti interrogativi: “Come utilizzarlo al meglio?”, “Attendo di individuare uno stato persistente o transitorio per consultarlo?” o ancora, “Lo apro a caso e mi apro ad individuare eventuali risonanze con ciò che sto vivendo?”.

Alla fine ho scelto di lasciarlo sul comodino e di attendere che arrivasse un’intuizione su come trattarlo. 

Quella sera, prima di dormire l’ho preso tra le mani, iniziando a sfogliarlo e rileggendo il prologo di Lise e Micheline, mi è venuto naturale proseguire e voltare pagina, immergendomi nella parte che inizia a descrivere le singole voci. E una voce interna ha sussurrato “fermati alla parola che cattura la tua attenzione più profonda”.

ABITUDINE: "Modo di agire e di comportarsi usuale, automatico, consueto. In generale, ripetizione di un atto qualsiasi. Spesso desideriamo mantenere un’abitudine, se essa ci procura piacere o soddisfazione; è per questo motivo che cerchiamo sempre di riprodurla. Ciononostante, vi è una leggera differenza tra un’abitudine e una dipendenza: per capire se un’abitudine è anche una dipendenza, si veda a questo proposito la voce dipendenza. Una vita troppo abitudinaria ha i suoi inconvenienti: può diventare eccessivamente ripetitiva, monotona, piatta, e questo può riflettersi nei tuoi stati d’essere. Ti suggeriamo quindi di prendere nota per una settimana di tutte le tue abitudini, facendoti magari anche aiutare da chi ti conosce bene. Potresti rimanere sorpreso dal risultato! Dopodiché aggiungi alla lista i pro e i contro di ciascuna abitudine, e stabilisci quali sono ancora intelligenti o vantaggiose per te. Una buona abitudine è corroborante e dà energia. Sappi comunque che un’abitudine non è né buona né cattiva in sé, come tutto, del resto. Si tratta semplicemente di esserne coscienti e di decidere di continuare a fare la stessa cosa se ti procura gioia, oppure di sperimentare qualcosa di nuovo se le vecchie abitudini non ti danno più soddisfazione. La cosa più importante è che ogni abitudine sia frutto di una decisione consapevole. Un’abitudine non è dannosa in sé, fintantoché non ostacola il bisogno di sperimentare qualcosa di nuovo, e dunque di evolversi. (...)"

La descrizione continuava, ma bastano questi primi paragrafi per assaggiare il sapere accumulato in decenni di ricerche e di pratica che vi è condensato e tradotto con la giusta semplicità e in modo molto pratico. D'altronde è proprio l’essenziale che riesce a toccare la profondità del nostro essere.

Il mattino dopo ho iniziato l’esercizio proposto ed anche a introdurre nuove abitudini. La prima? Lasciare il Dizionario sul comodino e continuare ad esplorarne i contenuti seguendo l’intuizione del momento e i rimandi tra le varie voci. Molte voci rimandano infatti ad altre correlate consentono di aprire nuovi spazi, approfondimenti e un’indagine ulteriore su se stessi.

Ti auguro di trovare il tuo modo per ritrovarti negli stati del ben-essere che sono utili per te!

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