Scarabocchiare è un'attività spontanea che ci troviamo a fare quasi senza accorgercene. C'è chi si infastidisce quando, ad esempio, in riunione una persona gioca con la penna su un foglio, eppure scarabocchiare è utile, perché?
Scarabocchiare non è soltanto utile, è salutare! Abbandonarci a "divagazioni grafiche" permettendo alla mano di muoversi liberamente sul foglio non ci distrae, anzi ci aiuta a concentrarci, a ricordare meglio e a stimolare l'immaginazione. Inoltre lo scarabocchio allenta la tensione e permette uno sfogo creativo allo stress : non per niente Jung lo consigliava come attività distensiva in caso di insonnia.
Che cosa possiamo definire scarabocchio? Spesso tutti i disegni dei bambini vengono definiti scarabocchi perché sono segni non decifrabili dall'adulto, è davvero così? Che differenza tra gli scarabocchi dei bambini e quelli degli adulti?
Mi piace definire lo scarabocchio una "immagine emotiva" che prende vita sulla carta senza il filtro della mente razionale, una semplice traccia grafica che si rinnova seguendo i nostri pensieri e il nostro stato d'animo. Per il bambino scarabocchiare è una tappa del suo percorso di crescita, un'esperienza fondamentale per cominciare a misurarsi con lo spazio e, soprattutto, per creare una testimonianza visiva di se stesso. In questo modo costruisce i presupposti per le altre due attività basilari per la sua formazione cognitiva ed affettiva: il disegno e la scrittura. Per l'adulto si tratta invece di un ritorno ad una gestualità originaria, spontanea, un flusso libero che sembra non conoscere logica né controllo consapevole, collocandosi ad un livello molto più remoto della scrittura stessa, quello del simbolo universale: da qui il suo valore liberatorio e creativo.
Nel tuo libro ci parli della Grafologia come un affascinante strumento di conoscenza, che cosa possiamo comprendere di noi stessi attraverso i nostri scarabocchi?
Lo scarabocchio parla un linguaggio difficile, complesso ed enigmatico che ricorda il linguaggio del sogno: per questo è difficilmente interpretabile. La scrittura estesa, ovviamente, offre molto di più allo sguardo del grafologo, e per questo io ho l'abitudine di analizzare insieme -quando possibile- grafia, scarabocchio e disegno.
Uno scarabocchio non basta a descriverci, soprattutto se è sporadico o occasionale, ma quando viene ripetuto sistematicamente entra davvero in risonanza profonda con noi stessi. Ciascuno di noi privilegia alcuni tracciati, li ripete automaticamente uguali o molto simili, proiettando sulla carta un atteggiamento personale che il comportamento esteriore non sempre manifesta. A maggior ragione se lo scarabocchio non si riduce a un semplice fluire di tracciati astratti, ma dà vita a una forma figurativa, diventa una sorta di immagine simbolica della nostra quotidianità, dei nostri affetti, delle nostre emozioni... E anche delle nostre memorie e delle nostra aspettative.
Comments (0)